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L'angolo dei colleghi e dei curiosi V




CARL GUSTAV JUNG


Carl Gustav Jung: da Psicoanalisi ed esperimenti di associazione (1906)


Carl Gustav Jung, svizzero, medico psicologo, antropologo e psicoanalista e in seguito, dissidente, fondatore della Psicologia analitica, nacque a Kesswil nel 1875 e morì nel 1961 a Kuesnacht.

In un suo fondamentale saggio, Psicoanalisi ed esperimenti di associazione (1906), che fa parte di una serie di corposi lavori di grande originalità riguardanti l'associazione verbale, il giovane Jung, per lungo tempo discepolo, collaboratore e grande estimatore di Freud, fa riferimento alla teoria freudiana dell'isteria e al metodo psicoanalitico

Già molto prima di Freud, si sapeva che alla base dell'isteria c'era un insieme di idee marcatamente emotive, anche se era stato Freud a scoprire che il sintomo isterico è simbolo di idee rimosse, non presenti alla coscienza in quanto troppo cariche di emotività e perciò incompatibili con la coscienza dell'Io. Jung riteneva che tanto l'isteria quanto i fenomeni ossessivi derivassero ambedue da un complesso e vedeva nei sintomi fisici e in quelli psichici manifestazioni simboliche dei complessi patogeni.

Nel 1906, avendo aderito alla psicoanalisi e avendone approfondito la conoscenza, esprimeva l'opinione che la psicoanalisi freudiana fosse un'arte ancora difficile in quanto mancante di una struttura di riferimento atta a ricercare i dati essenziali di un caso clinico. Proprio per ovviare a questo, mise a punto un metodo di associazione verbale.

Il test è molto semplice nella sua struttura, non altrettanto nella valutazione: consiste in un elenco di 100 parole-stimolo, in cui è dato osservare in azione, proprio come nella psicoanalisi freudiana, i meccanismi di rimozione, che sono gli stessi sia negli esperimenti di associazione che nei sogni e nei sintomi isterici.

Dunque, il complesso rivelato dalle associazioni è alla base sia dei sogni che dei sintomi isterici. Già in Platone e Aristotele vi sono accenni alle leggi di associazione. Troviamo poi le leggi di simultaneità, successione, somiglianza e contrasto alla base delle leggi di associazione di Wundt, che hanno permesso agli studiosi che sono venuti dopo di fissare delle coordinate accettabili sotto il profilo logico.

Nel test delle associazioni di Jung, che col numero ridotto di parole-stimolo ovvia alle difficoltà di un test di 156 parole-stimolo messo a punto da Eugen Bleuler, all'apoca suo direttore al Burghoelzli, viene stimolato l'apparato linguistico esaminando la risultante di un considerevole numero di processi psicologici: percezione, appercezione, associazione intrapsichica, comprensione verbale, espressione motoria.

Cento parole-stimolo, scelte in modo da toccare quasi tutti i complessi in cui generalmente ci si imbatte nella pratica, vengono verbalmente proposte dallo sperimentatore al soggetto, una dopo l'altra, con la prescrizione di fare la massima attenzione e di immediatamente associare alla parola-stimolo la prima parola che viene in mente.

Viene poi amministrato un test successivo, detto di riproduzione, che consiste nel chiedere al soggetto di ripetere le reazioni originali ad ogni singola parola-stimolo: quando non vi è ricordo, o viene data un'associazione scorretta rispetto a quella fornita per prima, è possibile scoprire un complesso, e quindi, attraverso di esso, una costellazione.

Errori nel test di riproduzione, tempi di latenza troppo lunghi e altri disturbi caratteristici rivelano i complessi fortemente impregnati di emotività che sono alla base di ogni nevrosi. Possono così rapidamente essere individuati i punti di partenza per una terapia causale, proprio in base al tipo di associazioni.

Jung ricorda che tutti noi abbiamo uno o più complessi che si manifestano nel processo associativo e nel test delle riproduzioni: alla base di ogni nevrosi psicogena non c'è infatti un unico complesso con carica emotiva particolarmente violenta. Dal tipo di successioni è possibile rapidamente farsi un'idea della natura del problema, il che si rivela di grande aiuto nella terapia successiva.

Jung individua una connessione tra la psicoanalisi e la ricerca sperimentale delle associazioni.

Durante l'esperimento di associazione, infatti, tutte le volte che esiste un complesso si notano molte reazioni disturbate ed esitazioni, proprio come in analisi si manifestano maggiori difficoltà ogni qualvolta ci si avvicina a un complesso. Freud ha cercato di ovviare a questo inconveniente col suo metodo delle associazioni libere. Jung ha notato che le associazioni, ottenute col suo metodo, offrono al terapeuta un aiuto prezioso, in quanto permettono di arrivare al complesso patogeno e perciò possono rendere più semplice e abbreviare la psicoanalisi freudiana.



Jung rileva più volte una forte connessione tra la psicoanalisi e la ricerca sperimentale delle associazioni. In uno studio intitolato: Importanza dello studio sperimentale delle associazioni per la psicopatologia, sempre del 1906, dimostra, controbattendo le critiche alla validitàdel suo metodo, come nei processi di associazione la libera scelta non abbia nessun ruolo, ma entrino invece in gioco regole precise: infatti l'associazione è legata allo stato di attenzione, al livello culturale, al tipo della famiglia da cui si proviene e ad altre circostanze personali. Dice testualmente Jung: " Nelle associazioni si reagisce in base a ciò che si è".

Le parole-stimolo fanno rivivere al soggetto una scena particolare costituita da una lunga serie di singole immagini, l'immagine complesso. Il complesso di queste immagini è legato dall'emozione e da una particolare carica emotiva, spesso intrisa di angoscia e paura. Durante il giorno, presi dalle attività della quotidianità, i complessi non si presentano liberamente alla mente, ma possono procurare una vaga irrequietezza o ansia. Durante la notte, invece, essi fanno il loro ingresso nei sogni attraverso i simboli. Tutto ciò che è nella mente del soggetto viene espresso nelle sue associazioni che toccano tutte le immagini complessuali più importanti per lui.

I contenuti dei complessi, osserva Jung, sono diversi nella donna e nell'uomo. Per le donne il complesso generalmente è di natura erotica, basato sull'amore, mentre i complessi secondari riguardano status sociale e indipendenza economica, ma per la maggior parte sono collegati con l'attesa erotica dell'uomo. Meno importanti per la donna i difficili rapporti con la famiglia di origine. Nelle donne sposate in genere i complessi si riferiscono alla gravidanza, ai figli, ai rapporti con lo sposo, alle difficoltà sociali e ai problemi domestici.

Nell'uomo invece non è preponderante il complesso erotico, salvo qualche eccezione, ma il primo posto spetta alla lotta data per il potere finanziario, e poi fisico e intellettuale.





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